Cacciatori di mafiosi by Andrea Galli

autore:Andrea Galli [Galli, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-01-04T13:13:53+00:00

Questioni di stile

Per Zani era diventata un’ossessione. Avevano provato a farglielo capire con le buone, spiegandogli che candidarsi con una lista per un posto nel nuovo Governo di Valona era una pessima idea.

Agli inviati dei giornali di tutto il mondo, accorsi in Albania per documentare una delle guerre civili più sanguinose degli ultimi decenni, Zani si annunciava come il Robin Hood di Valona invocato dal popolo per colpire i ricchi. E non faceva mistero che quando sarebbe diventato sindaco avrebbe perseguitato e fatto incarcerare tutti quei signori che si erano riempiti le tasche, a danno del povero popolo di Valona, costruendo e guidando le piramidi finanziarie.

Già si vedeva sindaco, Zani, ma non lo fecero nemmeno partecipare alle elezioni. Continuasse a fare il bandito.

Ma a qualcuno del giro criminale le ultime uscite di Zani, per la verità, davano noia e disturbo: i boss trovavano eccessivo continuare a chiamare tutti quei giornalisti per farsi intervistare e fotografare. Zani e i suoi modi da spaccone, sempre alla ricerca di effetti scenografici, contrastavano con uno stile mafioso allora diffuso. Approfittare del caos per farsi, di nascosto e in silenzio, i propri sporchi affari. Uno stile mafioso che Altin Dardha incarnava alla perfezione.

Lui era di tutt’altra pasta. A lui non interessava cambiare il mondo, lui voleva solo che tutto rimanesse com’era.

Insieme a Zani, Dardha era il più pericoloso bandito d’Albania.

Se Zani comandava a Valona, Dardha era il capo delle cittadine dell’interno e soprattutto di Berat. Era ricercato per sessantacinque omicidi, compreso quello di una giovane donna incinta. La uccise perché portava in grembo il figlio di un nemico: non voleva correre il rischio di ritrovarsi col tempo un rivale in più, tutto qui.

Berat è una cittadina protetta dall’Unesco, case ottocentesche e monasteri ricchi di affreschi, dolcemente appoggiata alle montagne. Era un posto tranquillo, non era come Valona. Anche perché, a differenza di come si stava comportando Zani Caushi, lui, il signore della guerra Altin Dardha non invadeva il campo, teneva le distanze, non si sognava di mischiare le carte e confondere gli affari. Mai gli sarebbe venuto in mente di scendere in politica, di presentarsi alle elezioni.

La polizia inviò cinque agenti a Berat per cercare banditi disposti a tradire il capo, fornire indicazioni utili a creare una rete di contatti e di appoggi e stringere il cerchio intorno a Dardha, iniziando a limitarne la potenza di fuoco. I cinque si erano nascosti in una villetta che la polizia aveva comprato attraverso un vasto giro di prestanome, per nascondere il più possibile il vero acquirente. Qualcuno tradì e i cinque agenti, che per limitare i rischi non uscivano di casa, facendosi bastare le provviste di cibo portate a inizio missione, vennero scoperti.

L’agguato fu organizzato per la notte. Dei cinque ce n’era uno di guardia, in salotto. Stava pulendo un fucile. I banditi fecero irruzione e lo disarmarono. Corsero dagli altri, li picchiarono selvaggiamente. I poliziotti vennero legati sul retro di un carro armato, condotti nella piazza principale e lì bruciati vivi, a futura memoria per chi si fosse mai messo in testa di infastidire i mafiosi.

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